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13/11/2001
Not in my name.

Lo scorso sabato, ne rendo conto solo ora per motivi di tempo, sono stato alla manifestazione. Non quella degli impellicciati, l’altra, quella di giovani donne e uomini che masticano vita, politica, problemi sociali, esperienze diverse.
Mentre mi recavo con l’autobus verso Piazza Esedra dalla quale partiva il corteo, mi sono imbattuto in un gruppo di leghisti che andava verso Piazza del Popolo: uno aveva in mano una bandiera americana, un altro una bandiera leghista…bisognava che gli chiedessi se i soldati dell’esercito padano si stessero preparando o meno alla partenza per Kabul. Che vergogna.
La manifestazione (quella vera intendo), è stata davvero bella: decine di migliaia di persone hanno sfilato in modo assolutamente pacifico per le strade di Roma cantando ed urlando, ballando e fumando, in un’atmosfera di consapevolezza politica che sinceramente non avevo fino ad ora mai riscontrato durante un corteo pacifista. Ho visto anche un sacco di sciarpe della Roma (anche una bandiera), ma nessuna della Lazie...dopotutto si sa che il laziale a Roma viene di rado e con difficoltà. Non c’erano figli dei fiori nostalgici o studentelli che fanno sega a scuola, ma un popolo colto e forte che sarebbe arrivato fino al mare se solo il percorso lo avesse previsto.
“Not in my name” era lo slogan ricorrente, proprio perché questa guerra la stanno combattendo (o l’hanno combattuta visto il divenire degli eventi) in nome di interessi e di una violenza che non appartiene a me e soprattutto al movimento. Nessuno potrà mai farci credere che questa guerra serva a sconfiggere il terrorismo, ed anche se questo accadesse, nessuno potrà farci credere che questo sia il modo giusto.
Ho visto una marea di persone attraversare Roma lanciando aeroplanini di carta contro la guerra e contro le decisioni totalitarie del WTO (l’organizzazione mondiale del commercio), ed ho visto (in TV) un’altra piazza piena di pellicce e pipe di legno pregiato sventolare bandierine ed applaudire i pompieri come se si stesse alla partita: il Berlusconi stavolta non ha vinto.
Un solo appunto al movimento: qualche persona in più con più di quarant’anni non farebbe male.

Un mondo diverso è possibile.