Ieri Michelangelo Fournier, all'epoca del G8 a Genova vice questore aggiunto del primo Reparto Mobile di Roma, ha finalmente ammesso quello che tutti e tutte sapevamo.
Siamo alle solite: noi sapevamo anche prima delle ammissioni, che puzzano di pentitismo spicciolo, perché avevamo visto coi nostri occhi, avevamo sentito testimoniare i nostri compagni e le nostre compagne, avevamo letto le deposizioni di persone che erano lì e non avevano alcun motivo per mentire. Avevamo ascoltato le terribili urla durante la diretta televisiva, avevamo visto uscire ragazzi e ragazze in barella con la faccia gonfia, le ossa rotte e gli occhi terrorizzati. Noi, come spesso accade in questo paese ridicolo, sapevamo. Ma nessuno ha mosso un dito e nessuno lo muoverà.
Queste sono le dichiarazioni di ieri di Fournier sollecitato dal Pm Francesco Cardona Albini:
«Arrivato al primo piano dell'istituto - ha detto Fournier - ho trovato in atto delle colluttazioni. Quattro poliziotti, due con cintura bianca e gli altri in borghese stavano infierendo su manifestanti inermi a terra. Sembrava una macelleria messicana». Nelle dichiarazioni invece rese precedentemente dal poliziotto ai pubblici ministeri Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini il poliziotto aveva raccontato di aver trovato a terra persone già ferite e non pestaggi ancora in atto. «Sono rimasto terrorizzato e basito - ha spiegato - quando ho visto a terra una ragazza con la testa rotta in una pozza di sangue. Pensavo addirittura che stesse morendo. Fu a quel punto che gridai: "basta basta" e cacciai via i poliziotti che picchiavano».
«Intorno alla ragazza per terra c'erano dei grumi che sul momento mi sembrarono materia cerebrale. Ho ordinato per radio ai miei uomini di uscire subito dalla scuola e di chiamare le ambulanze»
«Ho invitato però la giovane - ha raccontato - a non muovere la ragazza ferita perché per me la ragazza stava morendo».
Parole che piovono come macigni solo per chi faceva orecchie da mercante e solo per i nostri politici corrotti e collusi. Corrotti e collusi. Persino l'Unione, in pieno italico stile, durante la campagna elettorale ha annunciato tra i punti del suo programma (scritto nero su bianco), la nascita di una commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti di Genova 2001. Ancora non se ne è fatto niente. L'attuale Ministro degli esteri D'alema nel 2001 parlò di "notte cilena", ma adesso tace, forse affaccendato in affari ben più remunerativi o divertenti di questo (vedi UNIPOL, COOP rosse, Luna Rossa e varie).
E' cosa buona che Fournier abbia finalmente vuotato il sacco, ma qualcuno vuole farci credere che lo abbia fatto perché è un uomo cristianamente pentito? Ed ancora, alle altre domande qualcuno vuole dare una risposta o no? Sulle violenze inaudite nella caserma di Bolzaneto, divenuta per tre giorni un vero lager, dove le donne venivano spogliate e picchiate, gli uomini umiliati e bastonati, dove i dottori tacevano ed i poliziotti infierivano come bestie? E sulle cariche create ad hoc per la strada per trasformare cortei pacifici in bolgie infernali? E sulla connivenza fra gruppi di black block ed apparati dello stato? E sulla morte di Carlo? E sugli incidenti creati ad arte in Via Tolemaide? E su quei tre giorni pervasi da un clima di terrore ed illegalità, dove la parte più illegale era rappresentata dallo stato, che si trincerava dietro un'omertà schifosa e puzzolente? E sulle finte molotov?
Le domande sono molte e le risposte non arriveranno di certo da questo governo di cialtroni, come non è arrivato dal precedente governo, fatto di persone vicine a mafiosi, pensate un po'. Mafiosi. Come al solito le risposte le aspetteremo dalla magistratura, unico potere in questo paese che dia l'impressione di camminare con le proprie gambe. Ma purtroppo il mio senso di sfiducia mi dice, che nemmeno dalla legge arriverà giustizia.