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13/03/2008
La tortura di Bolzaneto e l'oblìo della repubblica

No, non sono mai stato contro il carcere. I miei compagni e le mie compagne spesso mi guardavano male, perché io invece di chiedere utopisticamente l'abbattimento di tutte le galere, ne chiedevo realisticamente la costruzione di nuove, per dare ai detenuti ed alle detenute di questo paese la dignità di vivere in spazi adeguati e per consentire alla magistratura di mettere in galera le persone che lo meritano e per togliere l'alibi del sovraffollamento a quei quattro buffoni che ci hanno governato e che hanno donato ai loro amici il vergognoso indulto.
A quell* che mi parlavano della necessità di essere "contro ogni carcere", ricordavo l'esigenza di fermare le persone pericolose. Io ancora oggi credo profondamente nell'opera di protezione che il carcere mette in moto, non solo in quella educativa o ri-educativa. Ritengo insomma che lo Stato debba difendere i propri cittadini dai cittadini più pericolosi, quelli che possano attentare alla loro sicurezza e ci credo talmente tanto che sapere che esiste una cosa chiamata prescrizione e che questa venga applicata a reati anche molto gravi (come quelli contro la persona), mi fa venire voglia di vomitare. Due giorni fà il Pubblico Ministero Petruzziello alla fine della sua requisitoria durante il "processo Bolzaneto" , ha letto: "La tortura è stata molto vicina a Bolzaneto. In quelle ore si è verificata una grave compromissione dei diritti umani. Trattamenti inumani, dita spezzate, pugni, calci, manganellate su persone inermi, bruciature con accendini e mozziconi di sigaretta, bastonate sulle piante dei piedi, teste sbattute contro i muri, taglio dei capelli, volti spinti nella tazza del water...". Insomma, questa è stata Bolzaneto. Noi come al solito lo sapevamo già, perché avevamo sentito le decine di testimonianze di quei reclusi e quelle recluse che hanno sopportato le violenze e l'umiliazione in quei giorni del luglio 2001 nella caserma-lager di Bolzaneto. In Italia però il reato di tortura non esiste e quindi tutto ciò rientra in reati comuni come la violenza, le percosse e così via e già questa è una cosa penosa. Ma la cosa ancor peggiore è che tutt* quell* che verranno condannat* non passeranno un solo giorno in carcere, perché per quei reati è prevista la prescrizione. Ne saranno felici tutte le persone che si battono da anni contro l'istituzione carcere, ma io no.
L'altra cosa schifosa, tipica di una paese di merda come quello in cui viviamo, è che i due giornali più importanti e più letti dedichino a questa vicenda poche righe, senza mai scomodare la parola "tortura" (che si sa, in epoca di Veltruskonismo le parole dure è meglio lasciarle stare) e relegando la vicenda nelle pagine della cronaca nera, come se si trattasse del delitto di periferia e non di uno degli episodi più gravi della storia della nostra misera repubblica e financo di quella dell'intera Unione Europea. Amnesty International nel suo rapporto di un paio d'anni fà sui diritti civili in Europa, dedicava un capitolo importante a Genova 2001 ed all'Italia. In quelle pagine Amnesty denunciava l'oblio su quelle vicende ed evidenziava come in quei giorni si fosse attuata in Italia una vera e propria sospensione dei diritti fondamentali dell'uomo. La più grave violazione avvenuta nell'Europa democratica, continuava il rapporto, dopo la seconda guerra mondiale e la chiusura dei campi di concentramento. Ma tutto questo evidentemente non interessa i Galli della Loggia e gli Scalfari, sempre pronti a moralizzare tutto, dai bulli nelle scuole alle canne, dai froci in parlamento agli zingari per le strade, ma muti di fronte ad una vicenda di così abnorme peso. E se mi giro verso sinistra sento lo stesso, terribile silenzio. Quel silenzio che nelle menti ormai trafitte delle persone che ebbero la sfortuna di trovarsi dalla parte sbagliata nel lager di Bolzaneto, viene riempito dalle urla di terrore e di dolore, dagli insulti delle guardie e da quello schifoso coretto: "Un due tre, viva Pinochet...."